Politiche Europee 14
Analisi da un punto di vista democratico e federalista della cosidetta Costituzione Europea ormai abbandonata e sostituita da un ennesimo Trattato multilaterale !!!
L’analisi avrebbe bisogno di uno spazio molto più grande per essere completa. In sintesi il progetto europeo di Giscard d’Estaing, dopo l’incompiuto referendum popolare e l’incompiuta approvazione parlamentare nei 27 stati aderenti alla UE, a mio parere, non aveva comunque nulla di Costituzione federale e poteva essere definito come un “Trattato di Collaborazione Multilaterale rafforzato”, tutta un’altra cosa rispetto a Stati Uniti d’Europa o Federazione Europea. Lascerà, come il Trattato di Lisbona che ha seguito, una Europa per molti anni ancora nell’impotenza ovvero nello status di “nano politico”. Non ci resta che sperare nelle nuove generazioni.Purtroppo regna ancora la pratica della conservazione del potere da parte degli stati nazionali nel patetico tentativo di mantenere spazi di presunta sovranità. E’ un occasione volutamente perduta dopo 60 anni dall’ultima guerra mondiale! Poteva essere il momento giusto di realizzare i sogni ed i progetti di Spinelli, Einaudi, Degasperi, Schumann ecc. ed il pensiero di Hamilton.La verità è che, se si vuole veramente l’Europa, il potere legislativo in alcune competenze come la difesa, politica estera , moneta, grandi linee di comunicazione e grandi strutture ecc. devono fare capo al Parlamento Europeo, unica istituzione eletta direttamente dal popolo a livello continentale e quindi democraticamente legittimata. La commissione Europea doveva essere trasformata in Governo europeo ed il Consiglio europeo dei primi ministri trasformato in un Senato eletto o nominato dai singoli stati. Sarebbe sufficiente copiare un pochino dalla struttura degli Stati Uniti d’America che, detto fra noi, si faranno qualche risatina davanti all’incapacità degli europei di darsi istituzioni adeguate e saranno così in grado di continuare a scegliersi l’alleato di turno. Non è l’America che dobbiamo criticare ma noi stessi!!! Non sappiamo darci un livello istituzionale democratico che possa risolvere i problemi che continuamente si presentano a livello europeo e mondiale (a questo proposito non siamo nemmeno capaci di crearci un seggio europeo all’ONU ne di avere un atteggiamento comune nella questione del Kossovo !) e questo perché possediamo solo istituzioni statali non federate, intrinsecamente velleitarie e non più in grado per dimensioni e qualità a farvi fronte. A ciò purtroppo si aggiunge (salvo rare eccezioni) una classe politica in estremo degrado e chiusa in una sfera mentale con limiti che sono incapaci culturalmente di uscire dai confini dello staterello nazionale. Ho letto con attenzione l’ultimo saggio scritto da Prodi prima di cadere: EUROPA:Il sogno, Le scelte.Debbo riconoscere che il progetto europeo descritto era certamente più deciso ed avanzato rispetto ad altre forze politiche che quasi sempre hanno partorito poco o nulla, non essendo per loro esistente un obiettivo federalista europeo, specie nel centro destra e nell’estrema sinistra italiani. Il loro pensiero di base sono “le beghe di paese”o la restaurazione di un sistema comunistoide (già ampiamente fallito) od il ritorno a sistemi elettorali che riportino a galla il maggiore potere delle segreterie partitiche rispetto al volere del popolo. A questo proposito mi aspetto ancora una forte rivendicazione da parte del Partito Democratico intesa a cancellare “quell’obbrobrio e quella offesa alla volontà referendaria già espressa a suo tempo dalla gente verso il maggioritario” e che si chiamava “ scorporo e mantenimento di una fetta proporzionale al 4%”, utili solo a segnalare quanto è squallida ed inaffidabile la nostra classe politica. Ma tornando all’EUROPA, debbo esprimere che anche Prodi , pure elencando tutta una serie di seri obiettivi sull’argomento che indicano chiaramente, se correttamente interpretati, la sua volontà di integrazione politica non arriva al punto centrale della questione affermando con chiarezza la necessità di una costituzione federalista europea.Faccio osservare che sono passati 60 anni e non vi è più tempo per conquiste progressive perchè al punto in cui siamo arrivati o si fa il salto di qualità o tutto si dissolve ( e qualche segnale è già arrivato). La gente ha bisogno di parole semplici e chiare e definitive sull’obiettivo finale altrimenti perderemo il contatto con essa, come sta già avvenendo con l’evidente perdita di entusiasmo verso i valori fondanti dell’unità europea . In particolare la massa silenziosa si sta rassegnando davanti al fariseismo ed agli enormi limiti culturali dei politici che continuano con i loro trattati invece di passere al sodo. Certamente parte di costoro non ci vogliono proprio arrivare per la loro scelta nazionalistica, fuori dalla quale non riescono a concepire il mondo. E la risposta della gente è quella di rinchiudersi su posizioni localistiche e questioni di infimo cabotaggio come quelle delle beghe fra forze politiche interne. Il risultato è che si rischia di dare un addio all’enorme potenziale di sviluppo economico e politico di tutto il continente e di distruggere anche quel poco già realizzato col riduttivo ed insufficiente sistema intergovernativo. E’ ora di comprendere da parte delle forze politiche, con in prima fila il Partito Democratico (e di agire coerentemente) che senza una Federazione europea non c’è futuro per nessuno ! Io spero ancora che gli amici innovatori europei sappiano infondere e travasare nel Partito Democratico la comprensione di tutto ciò. Riccardo Sani – Trento